Cerimonia
La chiesa di santa Maria del Carmine, con l’annesso ex – convento, sorse agli inizi del XVI secolo per opera di una comunità di padri carmelitani che, nel 1517 costruirono, fuori delle mura, una chiesa ed un piccolo cenobio. La facciata del complesso religioso, frutto di interventi settecenteschi, è priva di timpano terminale e si articola in un doppio ordine diviso da un cornicione marcapiano a dentelli e ripartito da quattro paraste su lesene con capitelli corinzi, poggianti su plinti. Nell’ordine inferiore, ai lati del portale, sono disegnate due cornici quadrangolari, in asse alle quali si aprono due nicchie centinate, contenenti le statue in pietra dei profeti Elia ed Eliseo, un tempo collocate ai lati dell’altare maggiore. Nell’ordine superiore, in asse al portale, si trova una finestra architravata; un altro cornicione a dentelli delimita, invece, in alto la facciata. L’interno è a navata unica con transetto preceduto da un endonartece con volta astella su pilastri quadrangolari. Lungo le pareti laterali, scandite da lesene d’ordine gigante con capitelli corinzi, si aprono tre arcate a tutto sesto per ogni lato, nei cui vani sono inseriti altari in pietra. Al XVIII secolo risale la maggior parte dell’arredo pittorico, di cui si segnalano la visione di san Tommaso d’Aquino e Tobia e l’angelo, al primo altare a sinistra, la Vergine e i santi Maria Maddalena dei Pazzi e Pier Tommaso, al secondo altare a destra, e l’estasi di santa Teresa, al primo altare a destra. Degni di nota anche L’andata al Calvario, di scuola del Settecento napoletano, sull’altare del braccio sinistro del transetto, e la Visione di san Grato, ricco di rimandi alla scuola giordanesca. Pregevole è il pulpito ligneo addossato al terzo pilastro a destra, databile al XVIII secolo, opera di Donato Antonio di Milato. A ridosso della chiesa, dalla parte del braccio sinistro del transetto, si sviluppa l’oratorio della confraternita del Carmine, eretto intorno alla metà del Settecento. Esso è costituito da un grande vano rettangolare partito in tre campate, coperte da volta a stella su pilastri, che è il luogo da cui partono le coppie di penitenti scalzi ed incappucciati, detti Pappamusci, il Giovedì Santo. Il convento annesso, dal 1867 al 1992, sede dell’ospedale civile “Dario Camberlingo”, infine, è a due piani collegati da uno scalone e si sviluppa intorno a un chiostro centrale.
Bibliografia
Ribezzi Petrosillo, V. – Clavica, F. (1995), Guida di Francavilla Fontana. La città dei Principi Imperiali, Galatina, Congedo editore.
A.A.V.V. (2007), Francavilla Fontana, Milano Mondadori, Guide artistiche Electa.